18 Marzo 2020
CORONAVIRUS: SETTORE VITIVINICOLO ALLE CORDE

Varca i confini dell’Unione Europea più di 1/3 dell’export agroalimentare Made in Liguria in aumento del 13% nell’ultimo anno. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti La Spezia in occasione della chiusura delle frontiere esterne dell’Unione Europea che non deve ostacolare però la circolazioni delle merci. Il principale cliente del Made in Liguria fuori dai confini comunitari – sottolinea la Coldiretti - sono di gran lunga gli Stati Uniti nonostante l’applicazione dei dazi.
Il prodotto più esportato – precisa Coldiretti La Spezia – è il vino, un settore che ha bisogno di misure urgenti per dare liquidità alle aziende, con finanziamenti a tasso zero ed una sospensione delle scadenze dei mutui, dei prestiti e delle bollette. È cominciata la campagna viticola (potatura, legatura, concimazione, ecc.) e, nonostante una fortissima contrazione degli ordini che comporta mancato incasso e mancato guadagno, le imprese devono far fronte a tutte le spese necessarie per continuare a produrre. #LaCampagnaNonSiFerma non è soltanto un hashtag; è il grido d’allarme di molte decine di imprese viticole della provincia spezzina che non sanno ancora per quanto tempo riusciranno ad andare avanti.
La tenuta delle esportazioni è importante dopo la campagna di disinformazione, gli attacchi strumentali e la concorrenza sleale che ha portato alcuni Paesi – denuncia la Coldiretti – a richiedere addirittura insensate certificazioni sanitarie “virus free” su merci alimentari provenienti dall’Italia che ha portato addirittura il Ministero degli Esteri ad aprire un indirizzo di posta elettronica (coronavirus.merci@esteri.it) dove segnalare restrizioni e discriminazioni verso i prodotti italiani. In questo contesto – sottolinea la Coldiretti - è stato positivamente accolto il nostro appello a garantire la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione Europea con il blocco alle frontiere a causa dei limiti posti da un numero crescente di Paesi europei.
A pagare le conseguenze economiche del Coronavirus non può essere certo l’agricoltura. Alla Spezia, c’è in gioco il futuro di un settore, quello vitivinicolo, che – rileva la Coldiretti – produce ogni anno oltre 4 milioni di bottiglie di vino di cui due terzi a denominazione DOC e IGT. Senza considerare il ruolo dell’agricoltore quale manutentore del paesaggio, basti pensare a chi opera nello straordinario contesto delle Cinque Terre e che proprio in questi giorni sta recuperando paesaggio agrario, a cominciare dalla ricostruzione dei muretti a secco, patrimonio Unesco.
È necessario, poi, un intervento urgente presso la Commissione Europea per ottenere una proroga della scadenza per le domande di pagamento e collaudo delle misure dell’OCM vino (proroga che non deve impedire a coloro che hanno la possibilità di stare nella tempistica attuale di poter rendicontare e ricevere il pagamento senza ritardi).
Abbiamo chiesto inoltre – sottolinea la Coldiretti – un intervento urgente dell’Assessore all’Agricoltura Stefano Mai di Regione Liguria, e contiamo sulla sua disponibilità, per:
• prorogare i termini di scadenza dei nullaosta a valere sul PSR strutturale e allo stesso tempo accelerare l’iter istruttorio delle domande per garantire una boccata d’ossigeno al comparto.
• snellire, in deroga, la misura di ristrutturazione dei vigneti a quelle imprese che fossero pronte a iniziare i lavori ma per motivi contingenti impossibilitate a presentare domanda.
• prorogare la scadenza per le domande di autorizzazioni dei nuovi impianti vitati.
• prorogare la validità dei patentini fitosanitari scaduti o in scadenza.
Il comparto deve inoltre ottenere una via preferenziale per la acquisto dei DPI (dispositivi di prevenzione individuale) fra cui mascherine e guanti.
Bene invece, senza però discriminare le aziende in base al fatturato, la sospensione dei termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali e il differimento dei termini relativi ai versamenti fiscali previsti al 16 marzo.
Serve inoltre una forte azione di responsabilità, al termine di questa emergenza, per favorire maggiormente la sintesi fra il comparto produttivo vitivinicolo e il comparto della ristorazione regionale, entrambi orientati a garantire ai consumatori locali e ai turisti, un’eccellenza dell’agroalimentare Made in Liguria.
Più in generale – conclude la Coldiretti – bisogna ricostruire un clima di fiducia nei confronti del marchio Made in Italy e, per il comparto vitivinicolo, le grandi manifestazioni di promozione internazionale potranno segnare il momento della riscossa nel mondo, una volta superata l’emergenza Coronavirus.