Coldiretti: “Se non facciamo qualcosa la malattia colpirà tutta la regione”
La cecidomia, insetto parassita dell'olivo arrivato ormai da tre anni nel levante ligure, è in continua espansione e minaccia seriamente la produzione del settore olivicolo, comparto già fortemente provato dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle ripercussioni economiche del conflitto russo-ucraino.
“La cecidomia – spiegano Marco Lucchi e Paolo Campocci, Presidente e Direttore di Coldiretti La Spezia – è un parassita contro cui gli olivicoltori spezzini combattono da ben 3 anni, purtroppo senza risultati soddisfacenti. Quest’anno i danni sono ancora da approfondire in termini percentuali, poiché si basano sull’effettivo andamento della campagna olivicola, ma una cosa è certa: nonostante le stime siano difficili, le perdite sono sicuramente importanti. La malattia, che si manifesta con galle che deformano e danneggiano irrimediabilmente le foglie, nel nostro territorio cresce incontrollata per l’assenza dei suoi nemici naturali, e non si fermerà certo a breve: tutt’altro. Se non si trova rapidamente un rimedio efficace, la cecidomia avanzerà spedita, investendo prima l’area di Levanto e Cinque Terre, e proseguendo poi, inesorabile, verso il genovesato e il resto della Liguria”.
La situazione attuale in Liguria
Allo stato attuale gli agricoltori non hanno a disposizione insetticidi in grado di combattere efficacemente la malattia, inoltre non è semplice effettuare i trattamenti consigliati dal Servizio fitopatologico regionale vista la ristretta finestra temporale, tra aprile e maggio, entro cui è possibile intervenire. Dalle prime osservazioni, anche coloro che hanno seguito alla lettera le indicazioni fornite dalla Regione, non hanno ottenuto risultati soddisfacenti. Allo stesso modo, gli olivicoltori che hanno provveduto a potare le piante malate si sono alla fine ritrovati a dover fare i conti con una malattia ancor più prolifica, in quanto l’insetto predilige i nuovi germogli.
Le richieste del territorio
“A questo punto – concludono Lucchi e Campocci – la Regione valuti formule di indennizzo al pari di quanto accade per le calamità naturali. È necessario, inoltre, investire ulteriormente nella ricerca e mettere in atto al più presto interventi mirati per combattere il parassita. Il rischio concreto è che, diminuendo drasticamente il raccolto, si diffonda tra gli olivicoltori, come sta già avvenendo, un sentimento di sconforto e sfiducia, che acuisca il fenomeno dell’abbandono degli uliveti, gravemente dannoso per il territorio e per l’intero comparto. Ringraziamo, comunque, il CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) per l’importante azione di monitoraggio effettuata finora, e il Servizio Fitopatologico Regionale, di concerto con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per la attività instancabile di ricerca. Purtroppo, alla luce della situazione attuale, tutti gli sforzi fatti non appaiono sufficienti”.
Che cos'è la cecidomia
La cecidomia delle foglie d’olivo (Dasineura oleae) è nota in Italia dalla prima metà dell’Ottocento a causa della sua importante diffusione in ambiente mediterraneo, ma non è stata annoverata tra le avversità primarie dell’olivo fino a tempi recenti, coincidenti con la comparsa di alcuni preoccupanti focolai. Tra quelli italiani dell’epoca contemporanea vanno, purtroppo, annoverati anche i focolai liguri, segnalati negli ultimi anni con incidenza crescente nella nostra provincia. Comparso inizialmente nella provincia di Grosseto – e monitorato tra l’altro, anche dai ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – l’insetto ha dapprima risalito la Toscana, causando forti problematiche in Lunigiana e aprendosi, in un secondo momento, al territorio spezzino. Ad oggi i principali focolai si trovano negli areali di La Spezia, Luni, Castelnuovo Magra, Ortonovo, Sarzana, Santo Stefano di Magra, Bolano, Ameglia, Arcola e Vezzano Ligure, ma l’insetto è ormai presente, in misura variabile, in tutti gli oliveti.